I Droni professionali in Italia  

 

I Droni professionali in Italia e il loro futuro mercato

 

L’incremento delle vendite e la costante  maggiore  attenzione verso i Droni, ha  reso necessario disciplinare in modo più semplice  e adeguato alla normativa europea  l’attività del drone in Italia.
Pertanto per eseguire qualsiasi attività con i droni sul territorio italiano si deve prima di tutto registrare il proprio aeromobile sul Portale di ENAC.  In passato, sino al dicembre 2019, risultano registrati in Italia poco più di 13.500 droni .Il boom di registrazioni sul portale ENAC si è verificato nel 2018, con oltre 4.200 tra dichiarazioni e autorizzazioni. Il 2019 ha registrato una leggera flessione delle iscrizioni, circa 3.900, grazie alla disponibilità di macchine più stabili e sicure, in grado di svolgere un numero maggiore di operazioni, riducendo il numero di droni all’interno delle flotte. Importante anche il dato di mercato che suddivide le scelte degli italiani attraverso il peso: delle suddivisioni di droni:

inferiore a 1 kg =43%;
tra 1 e 5 kg =48%;
tra 5 e 10Kg = 6%;
sopra i 10 kg   3%.

Interessante anche la spartizione delle vendite che vede quasi metà del mercato in mano al colosso cinese, leader nel settore, DJI con il 47%; seguono di gran lunga disntanzoate: la francese Parrot con il 3%; l’americana Yuneec con il 2.5% e l’italiana Italdron con il 1.5%

Un mercato in continua evoluzione , ma non solo in Italia. Solo nel 2019 sono stati censiti 258 progetti di applicazione industriale di droni a livello mondiale: d Dalla consegna a domicilio alle ispezioni in ambito industriale, dal soccorso al trasporto di persone. La maggior parte dei progetti hanno visto “la luce” in Paesi con una regolamentazione chiara e definita. Quindi grazie anche all Agenzia europea per la sicurezza aerea, EASA ( European Aviation Safety Agency)il 48% di questi progetti sono creati e prodoitti in Europa, aseguire  il 36% in America, mentre sono meno in Asia (9%), Africa (4%) e Oceania (3%).

 Di seguito condensiamo e riportiamo i molti i commenti, le ricerche, gli studi che animano il mondo dei droni.

 

 “Gli ambiti di applicazione più maturi sono costituiti da ispezioni e sopralluoghi, che coprono la metà dei progetti operativi e il 39% delle sperimentazioni, e dal trasporto, in grande fermento ma ancora poca concreto – dice Cristina Rossi Lamastra, Responsabile Scientifica dell’Osservatorio Droni –. Poiché la tecnologia è ancora poco matura è difficile parlare di benefici e soprattutto quantificarli, ma coloro che hanno iniziato le sperimentazioni sottolineano un aumento della sicurezza, una riduzione dei tempi per svolgere le operazioni e una riduzione dei costi”.

 

Le tecnologie – L’analisi di oltre 470.000 campagne di finanziamento sui droni identifica come principali driver di innovazione quelli ibridi e i cosiddetti VTOL (Vertical Take Off and Landing), i sistemi per la sicurezza e l’autonomia e la crescente integrazione con l’Artificial Intelligence. Il 72% delle campagne riguarda innovazioni di prodotto (nel 45% dei casi per lo sviluppo di nuove piattaforme e nel 27% di payload innovativi), il 28% l’erogazione di servizi innovativi attraverso i droni.

I droni sono oggetto di studio in diverse discipline scientifiche, in modo particolare di aeronautica, automatica, robotica e informatica. Tra il 2015 e il 2019 le prime 20 università di ingegneria al mondo hanno prodotto 700 pubblicazioni scientifiche relative ai droni, che si sono concentrate in particolare su sistemi di guida, navigazione e controllo (27%), applicazioni (25%) e telecomunicazioni (19%).

 

“Il mercato dei multirotori classici è ormai pressoché saturo e caratterizzato da diversi limiti tecnologici che non impediscono lo svolgimento di molte attività in cui i droni possono affiancare e sostituire l’uomo, ma sono un vincolo critico in particolare per l’ispezione delle infrastrutture lineari o delle consegne – spiega Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni -. Sul mercato però si stanno affacciando configurazioni alternative, pensate per aggirare i limiti con combinazioni tra la classica configurazione ad ala fissa, adatta per coprire lunghe distanze in modo efficiente, e quella multirotore, adatta invece per il volo a bassa velocità e a punto fisso”.

 

Tra le varie soluzioni tecniche alternative si segnalano i convertiplani (droni con un sistema propulsivo capace di variare la configurazione come un multirotore per il volo verticale e come un velivolo ad ala fissa per il volo avanzato), i tail sitter (capaci di atterraggio e decollo verticale e grandi variazioni di assetto) e le macchine a propulsione duale (con rotori per la propulsione verticale e di eliche per la propulsione longitudinale).

le foto:
1) Phantom 4 Pro;
2) Yuneec
3) prototipo VTOL
5) Alysia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    recensione By Giampaolo Figorilli – 04 maggio 2020 - news   


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